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I misteri di Roma: la Porta Alchemica

Se vi trovate a Roma ed avete visitato già abbastanza monumenti, piazze e siti archeologici, potreste andare alla ricerca di luoghi meno conosciuti e misteriosi, per provare il brivido dell’avventura e uscire dai classici percorsi turistici.

Il primo luogo misterioso che vi consigliamo di visitare si trova nel cuore del quartiere Esquilino, in Piazza Vittorio, che fu progettata alla fine del 1800 per accogliere il Re ed il suo seguito, appena trasferitosi a Roma da Torino. Passeggiando all’interno del grande giardino che occupa il centro della Piazza, noterete innanzitutto che il quartiere è oggi un’area multietnica dove convivono comunità di persone provenienti da ogni continente.

Nel centro della Piazza, potrete poi osservare una fontana con un singolare gruppo scultoreo, denominato dai romani il “fritto misto” (poiché ricorda un tipico piatto di pesce, composto da piccoli pesci, calamari e gamberi fritti), opera dell’architetto Rutelli, avo del sindaco di Roma dell’ultimo Giubileo del 2000, era stato inizialmente progettato per essere posizionato come ornamento della fontana di Piazza Esedra (oggi Piazza della Repubblica).

Cercando in uno degli angoli del giardino, troverete infine il luogo misterioso di cui vi stiamo parlando: la Porta Alchemica, detta anche Porta Magica.

La storia della Porta Alchemica di Piazza Vittorio

Per scoprire la sua storia si deve tornare indietro nel tempo: nella seconda metà del 1600, un certo marchese Massimiliano Palombara di Pietraforte, appassionato di scienze esoteriche, scelse questo luogo per edificare la sua villa.

Il marchese aveva creato un vero e proprio circolo di appassionati di esoterismo, tra cui il giovane medico e alchimista milanese Giuseppe Borri, che iniziò a condurre diversi esperimenti nel laboratorio della villa, per trovare la pietra filosofale. Si narra che il giovane medico a un certo punto dovette lasciare frettolosamente la città, in quanto ricercato dalla temibile inquisizione papale, lasciando al marchese le sue pergamene con le complesse formule che nessuno era però in grado di decifrare. Fu così che il marchese Palombara le fece incidere sulla porta d’accesso del suo laboratorio, per essere certo che non andassero perdute. 

Quando alla fine del 1800, iniziarono i lavori di sistemazione della piazza, Villa Palombara venne demolita: l’unica parte che fu risparmiata fu proprio il portale d’accesso al laboratorio del marchese, che fu chiamata “Porta Alchemica”.

La Porta si presenta come un piccolo portale murato, contornato da uno stipite di pietra bianca dove sono tuttora visibili gli antichi simboli alchemici. La porta è affiancata da due bizzarre statue, aggiunte solo in seguito alla demolizione, che rappresentano una divinità egizia chiamata Bes, assai venerata a Roma durante l’età imperiale. Sulla porta troverete alcune iscrizioni misteriose: “Spirito Divino” (in ebraico) e “Tre sono le cose mirabili: Dio e l’uomo, la madre e la Vergine, l’uno e il trino” e “Il drago delle Esperidi custodisce l’ingresso dell’orto magico e senza Ercole Giasone non avrebbe assaggiato le delizie della Colchide” (queste ultime due in latino).

Davvero un luogo magico e misterioso.

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